Il Vangelo di oggi

MISERICORDIAE VULTUM IN AETERNUM ADOREMUS.."[O Dio] continua ad effondere su di noi il tuo Santo Spirito, affinché non ci stanchiamo di rivolgere con fiducia lo sguardo a colui che abbiamo trafitto: il tuo Figlio fatto uomo, Volto splendente della tua infinita misericordia, rifugio sicuro di tutti noi peccatori bisognosi di perdono e di pace nella verità che libera e salva. Egli è la porta attraverso la quale veniamo a te, sorgente inesauribile di consolazione per tutti, bellezza che non conosce tramonto, gioia perfetta nella vita senza fine .."(PAPA FRANCESCO)

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giovedì 20 febbraio 2014

Il frate che promosse con zelo la devozione al Volto di Gesù

http://www.zonalocale.it/2014/02/10/padre-domenico-da-cese-le-virtu-del-padre-pio-d-abruzzo-/8746

L’intervista a padre Eugenio Di Giamberardino

10/02/2014                     

Padre Domenico da Cese, le virtù
del "Padre Pio d’Abruzzo"

Padre DomenicoPadre Domenico
 
Sono trascorsi 35 anni dalla sua morte, ma la fama delle sue virtù e l'esemplare testimonianza della sua vita sono rimaste vive tra i suoi figli spirituali e tra le persone che l'hanno conosciuto; molti attestano di aver ottenuto notevoli benefici grazie al suo ministero sacerdotale. Parlo di Padre Domenico da Cese, meglio conosciuto come il “Padre Pio d’Abruzzo”. Per meglio approfondirne la vita mi sono rivolto al parroco dell’Incoronata di Vasto, Padre Eugenio Di Giamberardino, ponendogli alcune domande.

Padre Eugenio, può delineare le prime tappe fondamentali della vita di questa figura carismatica?
Padre Domenico Petracca nacque a Cese, frazione del comune di Avezzano, il 27 Marzo del 1905 e al battesimo gli fu messo il nome di Emidio. I suoi genitori Giovanni Petracca e Caterina Tucceri, erano persone semplici, laboriose e oneste, legate alla concezione cristiana della famiglia, che si trasmetteva di padre in figlio e che aveva come punto di riferimento la Chiesa con il suo insegnamento attraverso il catechismo, le feste popolari religiose e la partecipazione alla Messa nei giorni festivi. La fanciullezza di Emidio trascorse serena fino a quando, insieme al padre, rimase sotto le macerie della chiesa crollata a causa dello spaventoso terremoto della Marsica del 13 gennaio 1915. Furono necessari notevoli sacrifici per riparare gli ingenti danni provocati dal terremoto, e solo gradualmente nelle famiglie si tornò alla vita normale. Nel 1917 a Cese, in occasione delle “Missioni al popolo", probabilmente durante la quaresima, Emidio, ascoltando le prediche tenute da due cappuccini, padre Roberto da Manoppello e padre Lorenzo da Pizzoli, cominciò a valutare la possibilità di diventare cappuccino. All’età di 17 anni, dopo reiterate insistenze, ottenne di poter entrare in convento e il 14 novembre 1921, fu accompagnato a Vasto Incoronata, per frequentare il ginnasio nel "Collegio Serafico" dei Cappuccini d'Abruzzo. 
Quindi, gli inizi della sua vocazione di cappuccino si sono avuti qui a Vasto?
Sì. Il suo comportamento fu giudicato ottimo da superiori e insegnanti per cui nel mese di settembre 1922 poté lasciare Vasto per recarsi a Penne per l'anno di noviziato, finalizzato a verificare la solidità della sua vocazione alla vita di cappuccino. All’inizio del noviziato, secondo l’usanza del tempo, per indicare il distacco dalla famiglia e l’ingresso tra i cappuccini gli fu dato il nome di “fra’ Domenico da Cese”, col quale sarà chiamato e conosciuto nel resto della sua vita.  Nel settembre 1923 andò all'Aquila per lo studio della filosofia e vi rimase fino al 1925. Dal 1925 al 1927 per 18 mesi fu chiamato a fare il servizio militare di leva a Firenze, nel reparto di medicina, al termine del quale, tornò all'Aquila per lo studio della Teologia. Dal 1928 fino al settembre 1931 a Sulmona completò lo studio della teologia e fu ordinato sacerdote, celebrando la prima Santa Messa l’11 settembre 1931, festa della Maternità di Maria.
Come ha svolto la sua vita sacerdotale?
Dal 1939 al 1940 fu cappellano all'Ospedale Civile dell'Aquila. Dal 1940 al 1941 fu cappellano militare del Corpo Armata di Pronto Soccorso e poi nell'Ospedale da Campo a Ragusa (Croazia). Congedato da cappellano, tornò in Italia, ove successivamente visse in modo esemplare nei conventi di: Avezzano, dal 1941 al 1946, Luco dei Marsi, dal 1946 al 1954, Campli (TE), dal 1954 al 1964, Caramanico (PE), dal 1964 al 1966.
So che la vita, condotta da P. Domenico da Cese, è tratteggiata da P. Romeo Carosi. Può indicare qualche passo più interessante?
P. Carosi dice testualmente: “Negli anni trascorsi a Campli (TE), insieme a p. Domenico, ho potuto costatare che era un uomo di preghiera e di sacrificio, in quanto ogni giorno si alzava alle ore 2,00 e si recava in chiesa per pregare. A tutti rivolgeva la sua parola di consiglio e di coraggio. Tutte le sere tralasciava la cena in senso di mortificazione". Personalmente aggiungo che testimonianze simili di altri confratelli confermano che p. Domenico mantenne questo tenore di vita non solo a Campli, ma anche negli altri conventi in cui fu di residenza. 
Dove ha trascorso P. Domenico gli ultimi dodici anni della sua esistenza?
Nel 1966 fu trasferito al Santuario del Volto Santo di Manoppello, ove promosse con zelo la devozione al Volto di Gesù. Nel maggio 1970 accolse nella direzione spirituale Amalia Di Rella originaria di Ruvo di Puglia, morta in concetto di santità. Il 17 settembre 1978 p. Domenico, investito da un auto, mentre si trovava a Torino per venerare l'immagine di Gesù impressa nella Sindone, terminò la sua vita terrena.
Perché si dice che P. Domenico è il Padre Pio d’Abruzzo? 
Più persone attestano che, essendosi recate a S. Giovanni Rotondo, si sentirono dire da P. Pio stesso: "Perché fate tanta strada per venire da me, quando a Manoppello, vicino a voi, avete padre Domenico?" 
Sono ancora numerosi quelli che ricordano padre Domenico come cappuccino esemplare, sacerdote amato, confessore misericordioso, guida spirituale ricercata, apostolo innamorato dei Volto di Gesù. Ho appreso dai giornali che di recente nel suo paese di origine si è svolto un convegno, a lui dedicato. 
Il convegno è stato un successo. Nel pomeriggio del 15 dicembre 2013, la parrocchia di Santa Maria di Cese di Avezzano (Aq) era gremita di concittadini, parenti e fedeli provenienti da diverse località dell'Italia centro-meridionale, convenuti per partecipare al Convegno su Padre Domenico da Cese cappuccino, a 35 anni dalla sua morte. Come previsto dal programma ci sono stati: il saluto del Parroco Don Josè Anselmo Martinez Mosquera; i messaggi di: S. Ecc. Mons. Pietro Santoro, Vescovo della Marsica; S. Ecc. Mons. Emidio Cipollone, Arcivescovo di Lanciano-Ortona, cittadino di Cese; la relazione del Padre Guglielmo Alimonti OFM cap.; la partecipazione di Mons. Claudio Di Liberato, direttore dell’ufficio Cause dei Santi della Diocesi di Chieti-Vasto; padre Eugenio Di Glamberardlno, Vice Postulatore per i Frati Cappuccini d'Abruzzo della causa di beatificazione di Padre Domenico; Antonio Masci, Diacono della Diocesi di Avezzano; la Concelebrazione Eucaristica presieduta dal M. Rev. Padre Carmine Ranieri Ministro Provinciale dei cappuccini d’Abruzzo con la partecipazione dei sacerdoti presenti. I canti sono stati animati dal Coro di Pescara. Nel convegno è stato ricordato che Mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti Vasto, in occasione della festa di "Maria Mater populi teatini", ha dato ai fedeli l’annuncio di voler avviare la procedura canonica per verificare la fama di santità di fra’ Domenico da Cese, cappuccino, per il quale gli era pervenuta la richiesta dal Postulatore generale dei Cappuccini. 
Una bella notizia questa. A che punto è l’iter di procedura canonica?
Come previsto dalle attuali norme spetta alla Congregazione per le Cause dei Santi valutare la richiesta del Vescovo e dare il Nulla Osta (niente si oppone), perché si costituisca il tribunale ecclesiastico incaricato di svolgere l’inchiesta diocesana, con l’ascolto di chi ha conosciuto p. Domenico, con l'obiettivo di verificarne "l'eroicità delle virtù". Dopo che sarà aperto ufficialmente il processo canonico p. Domenico potrà essere chiamato “Servo di Dio”. Anche se non è il processo di beatificazione che fa un santo, esso aiuta a riconoscerlo, ed è importante identificare un santo, perché scoprendo lo stile di vita che ha seguito, può invogliare altri a imitarlo. Il riconoscimento di un santo è sempre un evento di gioia per la Chiesa, poiché nei santi si manifesta l’azione santificatrice di Dio.

Luigi Medea 

martedì 18 febbraio 2014

L'immagine della S. Sindone sarebbe formata da particelle di plasma organico

Ricerche di Antonio Teseo

Le mie ultime ricerche mi hanno convinto che il colore giallo paglierino dell'immagine sindonica sia attribuibile alla presenza sul lino di plasma ematico ossidato. 
Secondo le mie teorie le onde gamma di elettroni relative ad una forte irradiazione avrebbero trasferito particelle microscopiche di plasma dal corpo di Gesù insanguinato al telo (Risurrezione di Cristo fonte di Luce e  il cui Sangue è segno dell'origine della vita). Una grossa quantità  di queste particelle si sarebbe concentrata sul lenzuolo in spazi ben definiti a formare la figura tenue, mentre un'altra parte si sarebbe dispersa nelle restanti zone del telo. 

Fotogrammi presi dal video pubblicato in rete:

 https://www.youtube.com/watch?v=GDMSjRZA-ws 

Secondo i miei studi queste foto scattate con il microscopio elettronico mostrerebbero delle concentrazioni di particelle di plasma localizzate solo sulla parte più superficiale di ogni fibrilla di filo di lino che interessano l'immagine santa. Il loro fissaggio sul telo sarebbe avvenuto per via di scariche elettromagnetiche nell'ultravioletto, le quali avrebbero anche bruciacchiato le stesse fibrille.  










Addome del corpo di Gesù sulla S. Sindone visto a distanza. Esso è definito da un chiarore di fondo riferito a riflessi di luce impressionatisi in immagine e dal colore giallo paglierino del plasma impresso
Stessa figura di sopra, ma ingrandita, dove si possono osservare formazione di particelle di plasma che sono ugualmente presenti nelle parti più chiare dell'immagine
  
Lavoro eseguito da Antonio Teseo:
Volto Santo di Manoppello che completa quello indefinito della S. Sindone (stessa immagine). Al di là dei capelli, concentrazioni di irrilevanti densità di particelle di plasma osservabili nonostante l'appannamento dell'elaborazione.  


La Luce di Cristo che aveva irradiato il sudario di Manoppello 

Ricostruzione grafica in negativo - quindi in chiaro -  di una parte del sangue del Volto di Gesù che originariamente, nell'attimo della Sua risurrezione, sarebbe filtrato dalla faccia interna a quella esterna del Sudario di Manoppello. L'irradiazione di una fonte di luce ( Gv. 1, 9; Gv. 1, 2-5)  partita dal corpo di Cristo, a mio avviso, oltre ad aver impresso il sangue della Passione sul Sudario, avrebbe anche proiettato nella parte interna della S. Sindone microscopiche particelle di plasma con onde gamma "fasce invisibili di elettroni".   

Osservazione di presenza organica nell'immagine del Volto.
Cliccare sulle elaborazioni per vederle ingrandite


Rivolo defluito dalla ferita sotto la palpebra, il cui colore è giallo paglierino come l'aspetto del Volto. Questa mia scoperta, insieme ad altre, mi permettono di essere più che convinto che l'immagine della S. Sindone è formata da plasma ossidato e disidratato.  

Macchia ematica con bordo coagulato sopra il labbro superiore, anch'essa dello stesso colore monocromatico giallo paglierino dell'aspetto

Ecchimosi della ferita del foro lacrimale dell'occhio, anch'essa dello stesso colore monocromatico giallo paglierino dell'aspetto

 Procurando con un programma di grafica un rafforzamento di contrasto al plasma impresso sulla S. Sindone (fig.1) e sovrapponendo questa immagine al Volto Santo (fig.3) che, visto al naturale mostra sangue asciugato e anche sbiadito per via della sovrapposizione ad esso della luce del Padre (fig.4), riesco a fare emergere con dei filtraggi adatti la parte di liquido ematico che un tempo sarebbe filtrato dal Sudario di Manoppello (fig.2). 



lunedì 3 febbraio 2014

Eccezionali foto sul Volto Santo di Manoppello pubblicate dall'agenzia cattolica americana CNA nella pagina facebook


Questo è il link:





Aprendo con il mouse il link, trovate pubblicato in lingua inglese il commento sul S.S. Sudario del giornalista Alan Holdren. Questa è la traduzione in italiano:


Santuario del Volto Santo di Manoppello

Ecco le foto della nostra visita al Santuario del Volto Santo di Manoppello con Paul Badde, l'autore tedesco di "Il Volto di Dio". La basilica ospita una curiosa immagine del volto di Gesù Cristo. A seconda della luce, è a volte visibile e a volte trasparente.