Il Vangelo di oggi

MISERICORDIAE VULTUM IN AETERNUM ADOREMUS.."[O Dio] continua ad effondere su di noi il tuo Santo Spirito, affinché non ci stanchiamo di rivolgere con fiducia lo sguardo a colui che abbiamo trafitto: il tuo Figlio fatto uomo, Volto splendente della tua infinita misericordia, rifugio sicuro di tutti noi peccatori bisognosi di perdono e di pace nella verità che libera e salva. Egli è la porta attraverso la quale veniamo a te, sorgente inesauribile di consolazione per tutti, bellezza che non conosce tramonto, gioia perfetta nella vita senza fine .."(PAPA FRANCESCO)

Fotomontaggio realizzato da Antonio Teseo
L'ora in Manoppello:

METEO MANOPPELLO

www.libreriadelsanto.it
BLOG SENZA SCOPO DI LUCRO DI ANTONIO TESEO

giovedì 2 ottobre 2014

Sunday TV Healing Mass for the Homebound (September 14, 2014)

https://www.youtube.com/watch?v=bDStyvwlBXw

Pubblicato il 14/set/2014
ACTS Catholic Prayer Community thru Agapetos Foundation, Inc. presents Feast of the Exaltation of the Holy Cross - TV Healing Mass for the Homebound at Chapel of the Eucharistic Lord, SM Megamall presided by Fr. Mario Sobrejuanite, SSP and co-celebrated by Fr. Danilo Flores, Diocese of Manila; Fr Carmine Cucinelli, OFM Cap Rector of the Basilica of the Holy Face, Manopello Abruzzo, Italy - aired lived on September 14, 2014 at 9TV (Local chan 9, Skycable chan 14, Destiny chan 14, Cignal chan 10 & Cablelink chan 14) - 9:00am.

martedì 16 settembre 2014

Emozione del popolo cattolico filippino per il Volto della salvezza

Alcuni servizi mandati in onda dalle TV filippine che mostrano la gioia del popolo asiatico per la vista di una riproduzione fotografica del Sudario di Cristo Risorto esposta nel santuario di S. Antonio di Makati.

lunedì 1 settembre 2014

Il telo del Volto Santo di Manoppello è di bisso di lino



di Antonio Teseo


Come gran parte degli studiosi del Volto Santo anch'io avevo sostenuto con le mie prime pubblicazioni che la reliquia di Manoppello fosse di bisso marino. Oggi però questa tesi non mi sento più di avanzarla perché dopo circa cinque anni di intense ricerche mi sono invece convinto che il S. S. Sudario di Cristo è di lino finissimo.
Chi ha letto tutti i contenuti di questo blog ha potuto constatare con i propri occhi, punto per punto, tutte le mie dimostrazioni riguardo alle scoperte fatte non solo sul Volto Santo ma anche sul lenzuolo tombale della S. Sindone. Con uno di questi studi ho messo in luce che sul lino di Torino è raffigurato il sudario di bisso originariamente insanguinato della cittadina abruzzese - riconoscibile da più di una piega e da più punti d'incrocio - che un tempo, nella tomba, si sarebbe trovato a coprire il Volto di Gesù (vedi le dimostrazioni in immagini riportate qui sotto).

Il sudario di Manoppello che durante il lampo della risurrezione sarebbe apparso prima insanguinato e poi trasformato in tracce ematiche ossidate, appena percepibili o non più, a causa della sovrapposizione al plasma della luce del Padre - Trasfigurazione - arrivata dal lato in cui sono rivolti i santi occhi di Cristo (cliccare con il mouse sopra le immagini per vederle ingrandite). 


Ecco allora le motivazioni per cui il sudario di Manoppello sarebbe di bisso di finissimo lino e non di bisso marino.

Dopo la morte in croce di Gesù, Giuseppe d'Arimatea, che era membro autorevole del Sinedrio ma anche discepolo di Gesù, chiese di nascosto ordine a Pilato di poter prelevare, dal campo detto Cranio, il corpo del suo maestro. Il prefetto glielo acconsentì. Giuseppe, allora, trovandosi in città, a Gerusalemme, acquistò dei teli preziosi per riservare al Signore una sepoltura non comune ma regale. 
Tra questi teli che dovevano avvolgere il corpo del redentore, vi erano un lenzuolo finemente lavorato (che sarebbe la S. Sindone di Torino) e un preziosissimo sudario di finissimo bisso che misurava 2 cubiti reali x 2 (che sarebbe il Volto Santo di Manoppello). 
Per le sepolture di questo genere i giudei usavano avvolgere le salme dei re o dei sacerdoti ebrei con teli di lino. Il candido lino era ritenuto sinonimo di purezza e di giustizia. Durante la lavorazione di filatura con il fuso da parte delle donne ebree, ogni filo che doveva essere in seguito tessuto veniva trattato con il cedro proveniente dal Libano perché solo così acquistava una ottima elasticità per la trama, ma anche perché per il simbolismo ebraico il profumo gradevole di questo particolare frutto riusciva ad arrivare fino in cielo a deliziare Dio. 
A differenza allora di un sudario di "puro" lino, un sudario di bisso marino sarebbe stato invece considerato "impuro" dai giudei, ed in particolare da Giuseppe d'Arimatea, anche lui giudeo, perché i filamenti di questo tessuto venivano ricavati dalla secrezione di una ghiandola di mollusco (Pinna Nobilis) il quale viveva nella profondità del mare anche in mezzo alla sporcizia. Questi filamenti, che in un primo tempo fuoriuscivano dalla cozza in maniera semifluida e in un secondo tempo si solidificavano a contatto con l'aqua, servivano all'animale per fissarsi ad un sostegno ma anche per difendersi dai predatori.  
   
Fibre di lino oservate con il miscroscopio elettronico (foto scattata dal prof. Giulio Fanti che mi è stata da lui gentilmente regalata)


Fibre di bisso marino osservate con il microscopio elettronico (foto scattata dal prof. Giulio Fanti che mi è stata da lui gentilmente regalata)


Da alcuni fili che col tempo si sono spezzati nel velo di Manoppello, perché sollecitati da moltissime ripiegature, si può osservare dalle freccette come le fibrille si siano sfilacciate nella loro morbidezza così come succede per un filo comune di lino. In un filo di bisso marino le fibrille invece si vedrebbero più allargate, un po' contorte perché più solide e più disordinate. 




Il telo del volto Santo di Manoppello visto con il microscopio elettronico (foto scattata dal prof. Giulio Fanti che mi è stata da lui gentilmente regalata): sul telo sono visibili granuli e filamenti di polvere e sulle fibrille dei fili si osserva uno strato dell'ordine di 5 millesimi di millimetro (come per la S. Sindone) di plasma ematico ossidato. Per osservare nello specifico la patina in micrometri del plasma sulle fibrille, rivedi qui in alto le indicazioni con le freccette riportate sull'immagine centrale dei fili spezzati.    



Parte selezionata e ingrandita del sudario di bisso del Volto Santo di Manoppello visto in trasparenza. In un centimetro quadrato del velo si contano 26 fili di ordito e altrettanti di trama collocati a distanza regolare. Come vediamo nella figura 1, i colori non riempiono i vuoti del tessuto e si possono rilevare solo contro uno schermo opaco dietro l'immagine. Nella condizione ultima descritta, dunque, distinguiamo la palpebra di un occhio del  Sacro Volto di Cristo (vedi la coppia delle immagini della fig 2 sulla quale ho evidenziato con due linee gialle la definizione selezionata di cui sopra). Cliccare con il mouse sulle icone per vederle ingrandite così da poter osservare bene anche dei nodini che si formano in maniera naturale su un tessuto di lino.   


http://www.treccani.it/enciclopedia/bisso_%28Enciclopedia-Italiana%29/


    BISSO

    Enciclopedia Italiana (1930)
di L. M. C., G. Cal., G. Mon.
BISSO (dal gr. βυσσός, e questo dal fenicio būṣ; fr. bysse, sp. biso; ted. Byssus; ingl. byssus). - Fu così chiamata dai Greci una tela sottilissima e preziosa fatta col lino, proveniente dall'India e dall'Egitto e diffusa nel mondo mediterraneo dai Feniei. In Egitto le manifatture appartenevano ai templi che sotto i Tolomei avevano il monopolio delle tele per le mummie (G. Lombroso, Recherches sur l'econ. polit. de l'Égypte sous les Lagides, Torino 1870, p. 108 segg.). Per il suo pregio era adoperata da principi e sacerdoti, anche della religione ebraica. Da alcuni si ritiene che si ricavasse dal linum asbestinum, altri poi dicono non essere altro che il moderno cotone. Dall'uso ebraico volle la Chiesa che gli abiti dei sacerdoti fossero di lino.
Nell'ambiente romano, il byssus si trova per la prima volta ricordato in Plinio. A Roma, oltre che dall'Egitto, il bisso era fornito dalla città di Scythopolis presso Damasco, dalla Siria, e da Tarso in Cilicia, come sappiamo dall'editto di Diocleziano in cui ci sono date le qualità migliori. L'Italia ne produceva poco.
L'uso di tela fine sia per indumenti, sia per fazzoletti, tovaglioli, asciugamani, si diffuse negli ultimi tempi della repubblica: la donna fu la prima ad abbandonare la veste di lana per quella di tela; e il più antico costume di lino fu il supparum. Alessandro Severo fu un grande amatore delle tele di lino e gl'imperatori in genere facevano tessere il lino per proprio conto.
Zoologia. - Nel piede di molti Molluschi Lamellibranchi si trova una ghiandola, che secerne una sostanza semifluida, la quale, a contatto con l'acqua, si solidifica, formando una sorta di peduncolo, o, più spesso, un fascio di filamenti, che servono a fissare l'animale a un sostegno. Per lo più questo fascio di filamentì a cui, per analogia col nome del tessuto sopra ricordato, fu dato il nome di bisso, è di natura cornea, alquanto elastico, e in alcuni casi (Anomia) è impregnato di sali calcarei. La ghiandola del bisso non sbocca direttamente all'esterno, ma immette in una cavità del piede, che comunica con l'esterno per mezzo di una piccola apertura. Non tutti i Lamellibranchi sono provvisti del bisso; lo posseggono ad es. i generi Pecten, Tridacna, Avicula, Mytilus, Meleagrina, Pinna; nei generi Cyclas, Unio, Anodonta ed altri esiste in un periodo della vita, ma scompare allo stato adulto.
Il bisso della Pinna è così abbondante e fine, che può essere tessuto in una stoffa morbidissima, sericea, d'un colore bruno dorato, con riflessi verdastri. Un tempo gli abitanti delle coste siciliane, calabresi, tarentine e di Malta, ne facevano guanti, cravatte e altri oggetti di abbigliamento. Tale industria fioriva ancora nel sec. XVIII, ma la materia prima era troppo scarsa perché essa potesse acquistare notevole importanza (v. lamellibranchi).

Per leggere come le donne ebree al tempo di Gesù tessevano il lino, collegati con il link qui sotto riportato:

 http://wol.jw.org/it/wol/d/r6/lp-i/1200004591#h=0:0-7:0
 



Il Sudario di Manoppello sarebbe del I secolo d.C.

di Antonio Teseo

Plinio e Pausania, scrittori del II secolo, fanno menzione del bisso come produzione fiore all'occhiello della Palestina. Il primo autore, nel lib. 19 cap. 1, lo chiama delizia delle matrone, perché le donne facoltose di allora lo compravano a peso d'oro: gli indumenti ricavati per loro erano talmente trasparenti che c'era bisogno di una sottoveste. L'autore spiega al lettore che il lino vegetale non lo si deve confondere né con la seta prodotta da un insetto, né col bisso della pinna marina prodotta da un testaceo. Sempre questo scrittore, racconta che il tessuto è di un colore giallo oro.
Anche Pausania afferma nel libro "Cose Eliache" che il bisso ebreo è di un colore giallo brillante da sembrare addirittura cotone. I due scrittori sono concordi nel ritenere che in origine le prime coltivazioni di questo particolare lino erano localizzate in una zona nei pressi di Elea, nell'Acaja (Grecia). 

Il sudario color oro del Volto Santo di Manoppello visto alla luce del sole

La tessitura del lino, come ho già accennato nel post precedente, era riservata alle sole donne ebree le quali erano anche delle professioniste della manifattura del feltro.
Essendo il telo del Volto Santo un sudario finissimo, lo si deve allora per forza di cose associare a quello che i giudei usavano per le sepolture regali sia nel I secolo sia successivamente nel II secolo quando prese il nome di "bisso alessandrino".
La trasparenza del Sudario del Volto Santo di Manoppello

   

Il rettore del Convento dei Cappuccini del Volto Santo in missione negli USA e nelle Filippine


 

Il Volto Santo di Manoppello: Missione negli USA e nelle Filippine

Missione negli USA e nelle Filippine di P. Carmine Cucinelli, OFM cap., superiore del Santuario del Volto Santo di Manoppello che dal 2 al 16 settembre 2014 visiterà diverse città tra cui Seattle,  San Francisco, Las Vegas e Manila, nelle quali è stato invitato a parlare del Volto Santo, che diversi studi identificano con la leggendaria Veronica, la “vera icona”, il sudarium di cui parla il Vangelo di Giovanni, che si trovava insieme al telo funebre (Sindone) nella tomba di Cristo dopo la resurrezione. La straordinaria immagine, di cui è stata provata la coincidenza e sovrapponibilità con il volto della Sindone, è sempre più conosciuta nel mondo dopo la visita di Benedetto XVI a Manoppello avvenuta il primo settembre 2006.

Questo il calendario della missione:

Stati Uniti: 3 settembre 2014 - Seattle – St. Madelene Sophie in Bellevue;  4 settembre 2014 – Palo Alto (California) San Francesco d’Assisi;  5 settembre 2014 – San Francisco – Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola; 6 settembre 2014 – Las Vegas – Chiesa di San Charbel; 7 settembre 2014 – St. Thomas More – Chiesa Henderson;  Las Vegas – Chiesa Nostra Signora;



Filippine: 10 settembre 2014 – Manila, incontro con Hermilando (Dodo) Mandanas, governatore della provincia di Batangas – Santuario di San Antonio, Makati; 11 settembre 2014 - Lipa, Cathedral, messa concelebrata con Ramon Cabrera Arguelles, arcivescovo della diocesi di Lipa; 12 settembre 2014 – Manila, San Sebastian, Tayuman, Sta. Cruz and Quiapo Churches; 13 settembre 2014; 14 settembre 2014 – Manila – Sacred Heart, Don Bosco; incontro con, ambasciatore delle Filippine presso la Santa Sede; 15 settembre 2014 – Cubao, Immaculate Conception; 16 settembre 2014 - Nampicuan, Nueva Ecija.  



Durante la permanenza a Manila P. Carmine Cucinelli incontrerà Luis Antonio Tagle, cardinale delle Filippine, figura di riferimento della chiesa asiatica, e Odelia Arroyo, ambasciatore delle Filippine presso la Santa Sede.



P. Carmine Cucinelli spiega che l’iniziativa “si deve all’impulso di alcuni americani di origine filippina, devoti del Volto Santo, come la sig.ra Daisy  Neves  e i coniugi Ernest ed Elenza Alzate, che sosterranno per intero le spese del viaggio e del soggiorno. Sento di dover esprimere nei loro confronti gratitudine per il loro ammirevole impegno nel desiderare la divulgazione della conoscenza della reliquia negli USA e nelle Filippine. Il tour ha richiesto mesi di organizzazione, con il coinvolgimento di diocesi e parrocchie.

Un ringraziamento particolare va anche all’arcivescovo di Chieti-Vasto Bruno Forte, che ha personalmente annunciato la missione, contattando personalmente i vescovi delle varie diocesi interessate e al padre provinciale dei Cappuccini d’Abruzzo, p. Carmine Ranieri, che ha condiviso e sostenuto questa missione pastorale.”

Gli incontri di San Francisco e di Palo Alto sono stati organizzati dallo studioso americano Raymond Frost, autore del seguito blog dedicato al Volto Santo http://holyfaceofmanoppello.blogspot.it .  L’evento del 5 settembre a San Francisco è stato inserito nell’ambito delle celebrazioni del centenario della ricostruzione della chiesa di Saint Ignatius, distrutta da un incendio l’anno 1914. http://stignatiussf.org

Negli USA l’interesse per il Volto Santo si è manifestato negli ultimi anni grazie a libri, articoli, mostre, interviste e filmati prodotti da National Geographic, History Channel, EWTN e su altri canali televisivi e radiofonici. Il ciclo di incontri di p. Carmine Cucinelli coincide con l’uscita della rivista cattolica americana Inside the Vatican, che dedica la copertina al Volto Santo, con il titolo “The presence of God”.

Il superiore del Santuario di Manoppello sarà accompagnato durante l’intera missione  da Danny Flores, sacerdote filippino. E proprio nelle Filippine, il paese più cattolico dell’Asia,  si sta manifestando negli ultimi giorni una pressante richiesta diretta ad aumentare le tappe della missione, per cui non sono escluse integrazioni del programma.

Antonio Bini

giovedì 22 maggio 2014

Il volto di Gesù morto, opera scultorea realizzata da Giovann'Antonio Santarelli, sarebbe stato attinto dal Volto Santo di Manoppello




Riprese, commento e ricerche effettuati da Antonio Teseo 


Quando nella chiesa di San Nicola a Manoppello portai per la prima volta il professor padre Heinrich Pfeiffer a vedere il Gesù morto di Giovanni Antonio Santarelli, egli mi sussurrò in un orecchio queste parole:
"Raramente ho visto un' opera così bella: non sembra una scultura, ma un corpo esanime realistico. Il Volto è sicuramente stato attinto dal Volto Santo di Manoppello, con la bocca semi aperta, la barba e i baffi radi e i capelli fluenti".






Giovanni Antonio Santarelli
Manoppello 1758 - Firenze 1826) - Incisore


BIOGRAFIA

Giovanni Antonio nacque da Francesco e Maria Angela Casagena di Manoppello PE), una famiglia di poveri agricoltori, il 20 ottobre 1758.


GIOVINEZZA

Dopo aver superato le resistenze della famiglia che volevano che lavorasse i campi, fu indirizzato ad un primo rudimentale apprendistato presso un pittore locale, infatti lavorò per circa 2 anni presso la bottega del pittore di origine guardiese, cioè di Guardiagrele (CH), Nicola Ranieri, in questo periodo produsse principalmente dei gessi e delle sculture lignee. Alcune di queste sue opere giovanili sono tuttora conservati a Manoppello presso la Chiesa di San Nicola. Nel 1780 si trasferisce a Chieti dove entra in contatto con l'incisore toscano Clemente Caselli dal quale apprende e affina le tecniche incisorie lavorando anche per alcuni aristocratici teatini, tra i quali il marchese Romualdo de Sterlich.


MATURITA' ARTISTICA

La vera svolta nella sua vita, però, avviene nel 1785, in quell'anno infatti, si trasferisce a Roma dove entra in contatto professionale, ma anche di amicizia, con Giovanni Pichler e Antonio Canova, a Roma, Santarelli, userà la sua bravura nell'arte della glittica e nell'incisione di cammei, vi rimase per oltre 10 anni, durante questo soggiorno sposò Vincenzina Ghesmann che morirà dopo soli tre anni di nozze.


PERIODO FIORENTINO

Nel 1797 si trasferisce definitivamente a Firenze dove nel 1799 sposa Teresa Benini da cui avrà 4 figli, 2 femmine, Agnese e Carolina, e 2 maschi, Carlo e Emilio che, come il padre, diventeranno incisori. A Firenze, all'epoca sotto occupazione francese, viene a contatto con la cultura e gli ambienti napoleonici. Il Generale Jacques François Menou, all'epoca Governatore della Toscana, lo nominò professore della Scuola d'Incisione di Gemme e Cammei, inoltre diventerà membro dell'Accademia di Belle Arti di Firenze e il 7 agosto 1800 è aggregato all'Accademia Co-Lombardia. Durante il soggiorno fiorentino, Santarelli si dedicherà in maniera esclusiva alla produzione di cammei, incidendo i ritratti di illustri personaggi dell'epoca, come Ferdinando III di Toscana, della principessa Elisa di Lucca, della Duchessa di Parma, della Regina D'Etruria, ma realizzò anche cammei con personaggi famosi del passato come Dante, Galileo, Petrarca, Machiavelli, Boccaccio.


MORTE

Muore a Firenze il 30 maggio 1826, presso la sua casa sita vicino al Ponte di Cernaria, il suo corpo è sepolto nella Chiesa di Ognissanti.


RICONOSCIMENTI

Nel 1820, per aver realizzato un cammeo per Napoleone, venne insignito dallo stesso Bonaparte, della Croce di Cavaliere dell'Ordine della Riunione e da Luigi XVIII ricevette l'onorificenza di Cavaliere della Legione d'Onore.


OPERE

Nel corso della sua vita, operando tra Chieti, Roma e Firenze, realizzò molte medaglie e incisioni che sono oggi conservati in vari musei tra cui il Louvre, il Museo Numismatico della Zecca Italiana, il Museo Glauco Lombardi di Parma, il Germanisches National Museum di Norimberga.


Manoppello
il Paese nativo di Giovanni Antonio Santarelli, conserva alcune delle sue opere nella Chiesa parrocchiale di San Nicola di Bari (Gesù Bambino, Cristo morto e S. Antonio di Padova).






SANTARELLI(Gio. AntoNio ), ebbe a patria Manopello negli Abruzzi ove nacque di poveri, ma onesti genitori. Ancor fanciullo venne collocato presso un dipintore in Chieti; ma la natura che ad altro il destinava, facendo che poco i pennelli curasse, spingevalo a córre ogni libero momento per lavorare piccole figure d'argilla in una prossima officina di terre cotte . La grazia e 1' eleganza di che ei le adornava , e le lodi che gliene venivano mossero le monache di quel luogo a commettergli un Cristo morto, che molto mirabile riesci. Accadde che un medico di quel paese avesse a mostrargli un cammeo in un anello, e il giovanetto sorpreso di tanto lavoro in sì poca materia, tutto accendere si senti da viva brama di apprendere come ciò si operasse. Determinato quindi recarsi a Roma sede perpetua e fiorcntissima d' ogni beli' arte dove a que' tempi Giovanni Pililer teneva il primato fra gl' incisori, Vi giunse di appena 20 anni privo d* ogni aiuto di fortuna, e d'ogni guida pe* sentieri dell' arte. Ma che non può ncll' uomo il genio, la forte volontà e la perseveranza? Il giovanetto fabbricato da sè un ordigno per incidere , e tolta una pietra focaia, vi lavora sopra una testa , la vende per pochi scudi, compra poscia una pietra di maggior pregio, su cui intaglia un' altra testa, che fatta mostrare al Pikler, questi siccome cosa assai bella volle acquistarla, e conoscerne insieme l'artefice. Da questo punto la fortuna prese ad arridere al Santarelli in modo che il Pikler commettevagli lavori, a' quali apposto il proprio nome, vendeva , siccome operedi sua mano. Per il che postosi a lavorare di per sè, ne traeva gloria e guadagno sempre maggiore. Parendogli che l'ordigno di cui il Pikler usava ad in» cidere fosse alquanto rozzo, si diè a migliorarlo si nelle parti principali, che nell* esterne: quindi in luogo del piedestallo su cui la piccola macchina si reggeva, figurò un Atlante incurvato dai peso del globo.
Racchiude questo a modo
di custodia la macchina che non vedesi muovere, senza aprite il globo istesso. Comune si è fatto oggi l'uso di tale strumento, e tiene viva negl'incisori la memoria del Santarelli, che ebbe pure molta attitudine ai lavori di Meccanica , cui a quando a
quando intendeva allorché dall' intagliare riposava.
Diciott'anni dimorò in Roma Hi continui lavori, ed ivi si accasò con una Vincenza miniatrice di qualche nome, che dopo quattro anni sena' avergli data prole mori. Da Roma nel 1passò a Firenze ove la molta celebrità del nome il fè eleggere qfteli* istess anno professore nell'Accademia di Belle Aiti. Riam mugliato si con Teresa Benini, questa di quattro figli il consolò , fra cui due maschi, Carlo ed Emilio; il primo de'quali, ammaestrato dal padre, si applico alla scultura, di cui oggi è professore. Allorquando la Toscana ebbe a dominatori i Francesi, instituita nell'Accademia fiorentina la scuola d'intagliare cammei, il Santarelli, sceltone maestro, sì utilmente vi faticò da essere tuttavia quella scuola in gran conto. Del nome di lui ornaronsi molte Accademie, di cui mentoveremo principalmente la romana di S. Luca, e quelle di Berlino e di Vienna. Istituitosi da Bonaparte1* ordine della Riunione, il Santarelli ne fu tosto creato cavaliere; e nel 1820 ricevette la croce della Legione d'onore da Luigi xvm re di Francia. Così amato ed onorato visse 67 anni, finché a' 3o di maggio 1826 fu tolto alla vita, avendolo già da cinque anni tolto all'arte un' epilessia che d' assai gli rese debole la vista. Lungo e noioso essendo V annoverare i lavori che in tanti anni condusse, basterà accennare che suoi sono i ritratti di Michelangelo, Galileo, Dante, Petrarca, Boccaccio e Machiavelli che or si veggono nel Museo di Parigi.
Sue opere, e molto lodate, sono anche leimngini de'12 Cesari possedute dal cav. Luigi Tu no Rapelli, presso il quale è pure una collana ed un ornamento da testa ove sono raffigurati scherzi d'Amore, e soggetti bacchici. Delle diverse medaglie che coniò furono precipue quelle di Michel Angelo, della duchessa di Parma, e di Elisa, che fu granduchessa di Toscana (1).
G.F. Rimirili

Festa del Volto Santo di Manoppello 2014: benedizione al mondo del Sudario di Cristo

Riprese in full HD realizzate da Antonio Teseo.

Dopo aver avviato il video, per vederlo ottimamente cliccare con il mouse sotto a destra sulla rondellina dentata delle impostazioni e selezionare in alto 1080p HD.

https://www.youtube.com/watch?v=ipZ3LqztREs&feature=youtu.be

sabato 17 maggio 2014

Feste di Maggio in onore del Volto Santo di Manoppello: domani e dopodomani le preocessioni

 Domani, 18 maggio 2014, l'eccezionale presenza tra noi di mons. Bruno Forte

C'è grande attesa a Manoppello per la festa di domani in onore del S.S. Sudario di Cristo.
A presiedere la Celebrazione Eucaristica delle ore 09.00, nella Basilica del Volto Santo, sarà l'Arcivescovo di Chieti Vasto, Mons. Bruno Forte, il quale dovrebbe partecipare anche alla processione che si snoda da colle Tarigni fino alla chiesa matrice di San Nicola di Bari nel centro storico del paese. Per l'occasione sono previsti gli arrivi di moltissimi pellegrini da tutta italia e dall'estero e troupe televisive da diverse parti del mondo. 

martedì 6 maggio 2014

Preghiera per chi ha perso il lavoro

Preghiera di Antonio Teseo per chi ha perso il lavoro





Volto Santo di Gesù,


Volto amorevole invocato incessantemente dai salmisti


e che ora ti mostri a noi nella tua totale bellezza pasquale,


aiuta questi nostri fratelli e sorelle a ritrovare un lavoro,


e dunque a far tornare loro quella pace e serenità


da godere armoniosamente in famiglia. Amen.


lunedì 28 aprile 2014

I cieli e la terra in festa per la santificazione di papa Giovanni XXIII e papa Giovanni Paolo II

Mt. 16,19: "Pietro" - figura del Santo Padre tramandato nei secoli - A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che sarà legato sulla terra sarà legato nei cieli...

Grazie Signore di averci donato questi due meravigliosi pontefici

giovedì 24 aprile 2014

Basilica del Volto Santo di Manoppello: rassegna canora sulla Passione di Gesù

BASILICA DEL VOLTO SANTO - MANOPPELLO (PE) Straordinaria Rassegna Canora organizzata dall'Associazione CHORUS INSIDE INTERNATIONAL e dal Circolo ACLI 2000. L'evento ha riproposto gli antichi canti della Passione secondo l'autentica tradizione popolare abruzzese. Grande partecipazione di pubblico nell'atmosfera suggestiva creata dai cori e dai loro struggenti canti. 

Si ringaziano i frati cappucini del Santuario del Volto Santo di Manoppello che rendono sempre disponibile la Basilica del Santissimo Sudario di Cristo per questi meravigliosi eventi.

venerdì 18 aprile 2014

Appuntamenti televisivi sulla messa in onda del documentario del Volto Santo di Manoppello nel periodo pasquale


Il Volto Santo di Manoppello in onda nel periodo pasquale in alcune produzioni televisive in Italia e all’estero


2014/04/17 10:08  
( di Antonio Bini)
Manoppello (Volto Santo)- Manoppello,17 aprile.- Negli ultimi anni l’immagine e la storia del Volto Santo (di Manoppello) emergono sempre più in film e documentari, soprattutto di produzione straniera, che approfondiscono i temi della passione e resurrezione di Cristo. In Italia sarà possibile vedere il giorno di Pasqua sulla rete televisiva FOCUS (Canale 56 del digitale terrestre), alle ore 20.45, il film-documentario “Alla ricerca del volto di Gesù”, del regista Luca Trovellesi Cesana. Il film-documentario, della durata di 52 minuti, è mandato in onda per la prima volta in Italia, dopo essere stato proiettato in lingua spagnola e portoghese, da History Channel America Latina, lo scorso anno a Pasqua e Natale. Il film, che ha un taglio prevalentemente storico, ricostruisce non solo gli ultimi giorni della vita di Gesù, ma anche le vicende nel tempo delle principali immagini pervenute fino a noi.
Tra queste, la Veronica, identificata con il Volto Santo custodito a Manoppello. Per la prima volta viene rappresentata, con quasi duecento comparse, l’ipotesi che vuole l’arrivo della Veronica in Abruzzo, salvata dalla devastazione conseguente al Sacco di Roma avvenuto nel 1527.
Nel fine settimana la rete televisiva National Geographic Channel ha programmato la messa in onda del film-documentario “The Jesus Mysteries” (I Misteri di Gesù), scritto e diretto da David Caldwell Evans, in vari paesi: Australia (venerdì 18), Stati Uniti (sabato 19), Regno Unito e Africa sub-sahariana (domenica 20). Il film, realizzato dalla casa cinematografica inglese Juniper, ripercorre aspetti della vita di Cristo non compresi nei vangeli dalla nascita alla sepoltura, anche sulla base di recenti studi. Tra questi, la leggenda della Veronica e del velo noto con lo stesso nome, che hanno portato la troupe a Manoppello nello scorso mese di dicembre, per documentare la presenza della sacra immagine, sempre più nota negli Stati Uniti.  La parte di Gesù è interpretata dall’attore Nick Simmons.
Sempre durante il periodo pasquale, la rete televisiva cattolica EWTN (Global Catholic Network), ha programmato la messa in onda nella edizione in lingua tedesca del documentario intitolato  “Das menschliche antlitz gottes im heiligen schweißtuch von Manoppello” (Il Volto Umano di Dio nel Santo Sudario di Manoppello), scritto dal giornalista e scrittore Paul Badde, che guida lo spettatore nel suo viaggio tra Roma, Gerusalemme e Manoppello. Il documentario, realizzato sotto la direzione artistica di Liz Malcon, è interamente dedicato al Volto Santo e si caratterizza per l’altissimo livello per la qualità delle immagini, le quali esaltano la trasparenza e le singolari caratteristiche della misteriosa immagine, riproposta in varie condizioni di luce. Il documentario, introdotto dalle emozionanti parole di Giovanni Paolo II, che invita a “cercare il volto di Cristo”, sarà riproposto per più giorni, in fasce orarie diverse. E’ in corso di realizzazione l’edizione inglese, la cui messa in onda sarà programmata dopo Pasqua. Si ha infine notizia di servizi televisivi e radiofonici in Polonia, paese dove il Volto Santo è assai noto, con diverse pubblicazioni edite negli ultimi anni, anche a cura di studiosi polacchi. (h.10,00)
* Religiosi tedeschi in preghiera davanti al Volto Santo. Foto di Antonio Bini (2014)

mercoledì 9 aprile 2014

Bellissimo articolo trovato in rete dal titolo "Dal volto santo l'invito ad un rinnovato rapporto con gli altri"

http://www.chietitoday.it/cronaca/dal-volto-santo-l-invito-ad-un-rinnovato-rapporto-con-gli-altri-2132404.html

 

Dal volto santo l’invito ad un rinnovato rapporto con gli altri

Inserito da Nando 7 aprile 2014

 
Stazione Quaresimale con Padre Bruno
Comunicato Stampa
Venerdì di quaresima, venerdì di passione, venerdì di profonda condivisione e preghiera quello vissuto al Volto Santo di Manoppello dal popolo della chiesa teatina. Per accogliere il dono del discernimento, della confessione e dell'amore una via Crucis sulla salita che porta al santuario ed una santa messa: celebrazioni solenni per la chiesa di padre Bruno. Riflessioni larghe e profonde: messaggi chiari ed utili per questa umanità fin troppo angosciata. In un mondo dove gli uomini preferiscono ignorare, cercare di essere giusti potrebbe sembrare quasi una colpa; vivere rettamente potrebbe risultare quasi inutile. Dai sacri libri della Sapienza però emergono forti gli insegnamenti, quelli al discernimento per captare i misteriosi segreti di un Dio vicino, segreti che rendono sereni e rassicurano. Al Santuario del Volto Santo dunque per chiedere a Dio la luce per individuare e comprendere la sua via; questa è la vera opportunità per cercare di riuscire a districarsi nella complessità di questo mondo indecifrabile. Chiedere il dono della confessione per cercare di leggere la vita, la propria esistenza alla luce di Dio, nutrendosi dunque del Vangelo, riconoscendolo quale chiave di volta: un'esistenza proiettata nell'amore. Chi segue Gesù ama senza pretendere nulla: questo è il messaggio di un venerdì di passione al Volto Santo, di un'aula che ascolta e medita sul richiamo al rinnovato rapporto con gli altri. Questo è il senso di una celebrazione che invita al perdono, che chiama a vivere ogni relazione alla luce del messaggio cristiano. Dalla voce di padre Bruno l'invocazione per ricevere occhi per discernere e cuore nuovo per amare.
Nando Marinucci

giovedì 20 febbraio 2014

Il frate che promosse con zelo la devozione al Volto di Gesù

http://www.zonalocale.it/2014/02/10/padre-domenico-da-cese-le-virtu-del-padre-pio-d-abruzzo-/8746

L’intervista a padre Eugenio Di Giamberardino

10/02/2014                     

Padre Domenico da Cese, le virtù
del "Padre Pio d’Abruzzo"

Padre DomenicoPadre Domenico
 
Sono trascorsi 35 anni dalla sua morte, ma la fama delle sue virtù e l'esemplare testimonianza della sua vita sono rimaste vive tra i suoi figli spirituali e tra le persone che l'hanno conosciuto; molti attestano di aver ottenuto notevoli benefici grazie al suo ministero sacerdotale. Parlo di Padre Domenico da Cese, meglio conosciuto come il “Padre Pio d’Abruzzo”. Per meglio approfondirne la vita mi sono rivolto al parroco dell’Incoronata di Vasto, Padre Eugenio Di Giamberardino, ponendogli alcune domande.

Padre Eugenio, può delineare le prime tappe fondamentali della vita di questa figura carismatica?
Padre Domenico Petracca nacque a Cese, frazione del comune di Avezzano, il 27 Marzo del 1905 e al battesimo gli fu messo il nome di Emidio. I suoi genitori Giovanni Petracca e Caterina Tucceri, erano persone semplici, laboriose e oneste, legate alla concezione cristiana della famiglia, che si trasmetteva di padre in figlio e che aveva come punto di riferimento la Chiesa con il suo insegnamento attraverso il catechismo, le feste popolari religiose e la partecipazione alla Messa nei giorni festivi. La fanciullezza di Emidio trascorse serena fino a quando, insieme al padre, rimase sotto le macerie della chiesa crollata a causa dello spaventoso terremoto della Marsica del 13 gennaio 1915. Furono necessari notevoli sacrifici per riparare gli ingenti danni provocati dal terremoto, e solo gradualmente nelle famiglie si tornò alla vita normale. Nel 1917 a Cese, in occasione delle “Missioni al popolo", probabilmente durante la quaresima, Emidio, ascoltando le prediche tenute da due cappuccini, padre Roberto da Manoppello e padre Lorenzo da Pizzoli, cominciò a valutare la possibilità di diventare cappuccino. All’età di 17 anni, dopo reiterate insistenze, ottenne di poter entrare in convento e il 14 novembre 1921, fu accompagnato a Vasto Incoronata, per frequentare il ginnasio nel "Collegio Serafico" dei Cappuccini d'Abruzzo. 
Quindi, gli inizi della sua vocazione di cappuccino si sono avuti qui a Vasto?
Sì. Il suo comportamento fu giudicato ottimo da superiori e insegnanti per cui nel mese di settembre 1922 poté lasciare Vasto per recarsi a Penne per l'anno di noviziato, finalizzato a verificare la solidità della sua vocazione alla vita di cappuccino. All’inizio del noviziato, secondo l’usanza del tempo, per indicare il distacco dalla famiglia e l’ingresso tra i cappuccini gli fu dato il nome di “fra’ Domenico da Cese”, col quale sarà chiamato e conosciuto nel resto della sua vita.  Nel settembre 1923 andò all'Aquila per lo studio della filosofia e vi rimase fino al 1925. Dal 1925 al 1927 per 18 mesi fu chiamato a fare il servizio militare di leva a Firenze, nel reparto di medicina, al termine del quale, tornò all'Aquila per lo studio della Teologia. Dal 1928 fino al settembre 1931 a Sulmona completò lo studio della teologia e fu ordinato sacerdote, celebrando la prima Santa Messa l’11 settembre 1931, festa della Maternità di Maria.
Come ha svolto la sua vita sacerdotale?
Dal 1939 al 1940 fu cappellano all'Ospedale Civile dell'Aquila. Dal 1940 al 1941 fu cappellano militare del Corpo Armata di Pronto Soccorso e poi nell'Ospedale da Campo a Ragusa (Croazia). Congedato da cappellano, tornò in Italia, ove successivamente visse in modo esemplare nei conventi di: Avezzano, dal 1941 al 1946, Luco dei Marsi, dal 1946 al 1954, Campli (TE), dal 1954 al 1964, Caramanico (PE), dal 1964 al 1966.
So che la vita, condotta da P. Domenico da Cese, è tratteggiata da P. Romeo Carosi. Può indicare qualche passo più interessante?
P. Carosi dice testualmente: “Negli anni trascorsi a Campli (TE), insieme a p. Domenico, ho potuto costatare che era un uomo di preghiera e di sacrificio, in quanto ogni giorno si alzava alle ore 2,00 e si recava in chiesa per pregare. A tutti rivolgeva la sua parola di consiglio e di coraggio. Tutte le sere tralasciava la cena in senso di mortificazione". Personalmente aggiungo che testimonianze simili di altri confratelli confermano che p. Domenico mantenne questo tenore di vita non solo a Campli, ma anche negli altri conventi in cui fu di residenza. 
Dove ha trascorso P. Domenico gli ultimi dodici anni della sua esistenza?
Nel 1966 fu trasferito al Santuario del Volto Santo di Manoppello, ove promosse con zelo la devozione al Volto di Gesù. Nel maggio 1970 accolse nella direzione spirituale Amalia Di Rella originaria di Ruvo di Puglia, morta in concetto di santità. Il 17 settembre 1978 p. Domenico, investito da un auto, mentre si trovava a Torino per venerare l'immagine di Gesù impressa nella Sindone, terminò la sua vita terrena.
Perché si dice che P. Domenico è il Padre Pio d’Abruzzo? 
Più persone attestano che, essendosi recate a S. Giovanni Rotondo, si sentirono dire da P. Pio stesso: "Perché fate tanta strada per venire da me, quando a Manoppello, vicino a voi, avete padre Domenico?" 
Sono ancora numerosi quelli che ricordano padre Domenico come cappuccino esemplare, sacerdote amato, confessore misericordioso, guida spirituale ricercata, apostolo innamorato dei Volto di Gesù. Ho appreso dai giornali che di recente nel suo paese di origine si è svolto un convegno, a lui dedicato. 
Il convegno è stato un successo. Nel pomeriggio del 15 dicembre 2013, la parrocchia di Santa Maria di Cese di Avezzano (Aq) era gremita di concittadini, parenti e fedeli provenienti da diverse località dell'Italia centro-meridionale, convenuti per partecipare al Convegno su Padre Domenico da Cese cappuccino, a 35 anni dalla sua morte. Come previsto dal programma ci sono stati: il saluto del Parroco Don Josè Anselmo Martinez Mosquera; i messaggi di: S. Ecc. Mons. Pietro Santoro, Vescovo della Marsica; S. Ecc. Mons. Emidio Cipollone, Arcivescovo di Lanciano-Ortona, cittadino di Cese; la relazione del Padre Guglielmo Alimonti OFM cap.; la partecipazione di Mons. Claudio Di Liberato, direttore dell’ufficio Cause dei Santi della Diocesi di Chieti-Vasto; padre Eugenio Di Glamberardlno, Vice Postulatore per i Frati Cappuccini d'Abruzzo della causa di beatificazione di Padre Domenico; Antonio Masci, Diacono della Diocesi di Avezzano; la Concelebrazione Eucaristica presieduta dal M. Rev. Padre Carmine Ranieri Ministro Provinciale dei cappuccini d’Abruzzo con la partecipazione dei sacerdoti presenti. I canti sono stati animati dal Coro di Pescara. Nel convegno è stato ricordato che Mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti Vasto, in occasione della festa di "Maria Mater populi teatini", ha dato ai fedeli l’annuncio di voler avviare la procedura canonica per verificare la fama di santità di fra’ Domenico da Cese, cappuccino, per il quale gli era pervenuta la richiesta dal Postulatore generale dei Cappuccini. 
Una bella notizia questa. A che punto è l’iter di procedura canonica?
Come previsto dalle attuali norme spetta alla Congregazione per le Cause dei Santi valutare la richiesta del Vescovo e dare il Nulla Osta (niente si oppone), perché si costituisca il tribunale ecclesiastico incaricato di svolgere l’inchiesta diocesana, con l’ascolto di chi ha conosciuto p. Domenico, con l'obiettivo di verificarne "l'eroicità delle virtù". Dopo che sarà aperto ufficialmente il processo canonico p. Domenico potrà essere chiamato “Servo di Dio”. Anche se non è il processo di beatificazione che fa un santo, esso aiuta a riconoscerlo, ed è importante identificare un santo, perché scoprendo lo stile di vita che ha seguito, può invogliare altri a imitarlo. Il riconoscimento di un santo è sempre un evento di gioia per la Chiesa, poiché nei santi si manifesta l’azione santificatrice di Dio.

Luigi Medea